Protesi all’anca

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PROTESI D’ANCA SECONDO TECNICA MIS

Negli ultimi anni si è sviluppato un grande interesse nell’eseguire interventi di impianto di protesi d’anca attraverso minime incisioni cutanee e vie d’accesso meno invasive: la cosiddetta “chirurgia mini-invasiva” (MIS).

PROTESI ALL’ANCA

ancaSe l’anca è stata danneggiata dall’artrosi, che in questo caso prende il nome di coxartrosi, o da una frattura, o da altre cause può diventare problematico per svolgere le semplici attività quotidiane come camminare, salire e scendere le scale od alzarsi e sedersi da una sedia. L’anca può diventare rigida e quindi rendere difficile mettersi le scarpe e le calze. Si può anche sentire dolore quando si è distesi a letto. Se l’uso dei farmaci, le modifiche nelle vostre attività quotidiane e l’utilizzo di ausili non hanno migliorato i sintomi è possibile prendere in considerazione l’intervento chirurgico di sostituzione dell’anca.

Al giorno d’oggi questa viene ritenuta una procedura sicura ed efficace per alleviare il dolore, aumentare il movimento ed aiutare a tornare a svolgere le normali attività. Il primo intervento di coxartrosi (protesi d’anca) è stato eseguito nel 1960. Da allora, il miglioramento dei materiali e delle tecniche chirurgiche hanno notevolmente aumentato la sua efficacia tanto da farlo diventare uno degli interventi di maggior successo in campo ortopedico. Secondo la Società Italiana di Ortopedia nel nostro paese vengono eseguiti più di 100.000 impianti di coxartrosi (protesi d’anca) all’anno.

ANATOMIA

 

anca2L’anca è una delle più grandi articolazioni del corpo umano. Risulta costituita dall’accoppiamento di una coppa con una sfera. La coppa è detta acetabolo e fa parte dell’osso del bacino. La sfera è data dalla testa del femore. Le due superfici a contatto sono ricoperte da cartilagine articolare, una sostanza liscia che protegge le ossa e permette loro di muoversi agevolmente.

Un sottile tessuto chiamato membrana sinoviale circonda l’articolazione dell’anca come un manicotto. In un’anca sana, questa membrana produce una piccola quantità di liquido che lubrifica la cartilagine ed elimina quasi tutti gli attriti durante il movimento. I legamenti e la capsula articolare congiungono l’acetabolo con la testa femorale dando stabilità.

 

CAUSE COMUNI DI DOLORE ANCA

 

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La causa più comune di dolore all’anca cronico e di disabilità è la coxartrosiOsteoartrosi, artrite reumatoide ed artrosi post-traumatica sono le forme più comuni, ma non uniche, di questa malattia.

  • Osteoartrosi. Si tratta di una “usura” legata all’età. Di solito si presenta nelle persone di 50 anni di età e negli anziani. Può avere familiarità.       La cartilagine si consuma e le ossa così “strofinano” una contro l’altra causando dolore e  rigidità. Può essere causata anche da piccole alterazioni insorte nell’infanzia.
  • Artrite reumatoide. E’ una malattia autoimmune in cui la membrana sinoviale si infiamma e addensa. Questa infiammazione cronica può danneggiare la cartilagine e portare a dolore e rigidità articolare. L’artrite reumatoide è la forma più comune di un gruppo di malattie denominato “artriti infiammatorie.”
  • Artrosi post-traumatica. Di solito è la conseguenza di un trauma o di una frattura. La cartilagine viene danneggiata provocando dolore all’anca e rigidità nel tempo.
  • Necrosi avascolare. Un’infortunio all’anca, come ad esempio una lussazione od una frattura, possono limitare l’afflusso di sangue alla testa del femore. Questo quadro è chiamato necrosi avascolare (comunemente indicato come “osteonecrosi“). La mancanza di sangue può portare la superficie dell’osso al collasso favorendo poi la comparsa di artrosi. Anche altre malattie sistemiche possono causare la necrosi avascolare.
  • Anca displasica. Problemi all’anca possono essere presenti nei neonati e nei bambini. Anche se queste patologie sono trattate con successo durante l’infanzia possono portare alla comparsa di coxartrosi andando avanti con gli anni. Questo accade perché l’anca non si sviluppa normalmente coinvolgendo poi le superfici articolari.

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

 

Durante l’intervento di sostituzione totale dell’anca (chiamato anche artroplastica totale) l’osso e la cartilagine danneggiate vengono rimosse e sostituite con le componenti protesiche.

 

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  • La testa del femore danneggiata viene tolta e sostituita con uno stelo metallico che viene inserito nel canale osseo del femore. Lo stelo femorale può essere sia cementato o non cementato (press-fit).
  • Una sfera di metallo o ceramica è posta sulla parte superiore dello stelo. Questa sfera sostituisce la testa del femore danneggiata.
  • La superficie cartilaginea danneggiata dell’acetabolo viene rimossa e sostituita con una coppa di metallo. Anche la coppa metallica può essere cementata od a press-fit.
  • Tra la sfera e la coppa viene posizionato un inserto che può essere in plastica, ceramica o metallo per consentire una superficie di scorrimento liscia.

Hai necessità di un’intervento di protesi all’anca ?

 

La decisione di sottoporsi all’intervento chirurgico di sostituzione protesica dell’anca dovrebbe essere presa in cooperazione tra te, i tuoi familiari, il tuo medico di famiglia ed il chirurgo ortopedico. In genere si inizia con una valutazione da parte del chirurgo ortopedico.

CANDIDATI ALL’INTERVENTO

 

Non ci sono limiti di età o di peso assoluti per sottoporsi all’intervento di artroprotesi. Le attenzioni vanno poste sul tipo di dolore, sulla disabilità e sulla qualità di vita del paziente, non sull’età. La maggior parte dei pazienti che si sottopongono all’intervento di artroprotesi d’anca sono persone tra i 50 e 80 anni, anche se la valutazione deve essere fatta individualmente. Artroplastiche d’anca sono state eseguite con successo a tutte le età, dal giovane adolescente con  artrite giovanile al paziente anziano con coxartrosi degenerativa.

QUANDO LA CHIRURGIA E’ RACCOMANDATA

 

Ci sono diversi motivi che possono portare all’intervento chirurgico di sostituzione dell’anca. Le persone che beneficiano dell’impianto di artroprotesi hanno spesso:

  • Dolore che limita le attività quotidiane, tra cui camminare, salire le scale, ed alzarsi e sedersi da una sedia. Non riescono a camminare per più di 200 metri senza dolore e possono avere necessità di utilizzare un bastone o un deambulatore.
  • Dolore all’anca durante il riposo, sia di giorno che di notte.
  • Rigidità dell’anca con difficoltà nello spostare o sollevare la gamba.
  • Il fallimento di altre terapie come l’uso di farmaci anti infiammatori, le infiltrazioni e le terapie fisiche.

VALUTAZIONE ORTOPEDICA

 

Il chirurgo ortopedico dovrà valutare diverse componenti:

  • La storia clinica. Si raccoglieranno informazioni sul vostro stato di salute in generale, si valuterà l’entità del dolore e le limitazioni funzionali nello svolgere le attività quotidiane.
  • L’esame fisico. Si valuterà il movimento dell’anca, la forza, la presenza di punti dolenti e l’allineamento dell’arto inferiore.
  • Raggi-X. Queste immagini aiutano a determinare l’entità del danno e le deformità dell’anca.
  • Altri test. Ulteriori accertamenti radiologici come una Risonanza Nucleare Magnetica (RMN) può essere necessaria per determinare la condizione dell’osso e dei tessuti molli dell’anca. Occasionalmente gli esami del sangue.

 

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Dopo aver eseguito questi accertamenti il chirurgo ortopedico deciderà con voi se l’intervento di coxartrosi (protesi d’anca) è il metodo migliore per alleviare il dolore e migliorare la funzione. Inoltre vi spiegherà i rischi potenziali e le complicanze possibili di questo intervento sia a breve che a lungo termine.

Cosa aspettarsi dopo l’intervento ?

 

Un fattore importante nel decidere se sottoporsi o meno ad un intervento di coxartrosi (protesi all’anca) è comprendere quello che ci si deve aspettare dopo. Più del 90% delle persone che hanno eseguito l’intervento manifesta una drastica riduzione del dolore all’anca ed un significativo miglioramento nella capacità di svolgere le comuni attività della vita quotidiana. La protesi però non permetterà di fare di più di quanto si faceva prima di sviluppare l’artrosi. Con gli anni e la normale attività la protesi può cominciare a “scollarsi” dall’osso ed iniziare a diventare dolorosa. Per questo si devono evitare l’aumento di peso corporeo e le attività sportive ad alto impatto come la corsa, il salto e lo sci. Si possono fare passeggiate illimitate, nuoto, golf, bicicletta, ballo, e altri sport a basso impatto. Eseguendo attività adeguata la protesi può durare per molti anni.

Cos’è la coxartrosi?

 

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